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Rackam fate



La narrazione per l’infanzia come composizione a più mani,
di scrittori, illustratori, musicisti

◊ corsi formativi e didattici in forma ipermediale elearning

◊ mediateca di risorse documentali:
i progetti, gli studi e la biblioteca ideale degli autori

◊ lezioni online e assistenza personalizzata



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Il Progetto: realizzare e distribuire, attraverso il Laboratorio NeverNeverLand, una serie di sistemi E-Learning reticolari per lo studio della narrazione, della scrittura poli-espressiva e della messa in scena sotto la guida virtuale dei maestri della narrazione per l'infanzia in tutte le sue forme espressive

Il Laboratorio e i Sistemi di Studio E-Learning dedicati

Con questo laboratorio abbiamo voluto creare un ambiente di studio per supportare chi vuole ancora narrare storie rivolte all'infanzia. Uno strumento per aiutare a insegnare e ad apprendere come comporre racconti che sviluppino in nuove varianti i modelli archetipici attraverso cui, per secoli, hanno viaggiato e si sono trasmessi gli ideali della nostra civiltà. Un ausilio per capire anche come anche e anzitutto le favole concorrano a far nascere capolavori artistici.

In questo laboratorio è possibile studiare da un lato il racconto «inter-mediale», che attraversa tutte le forme espressive e mediali in cui si sviluppa; da un altro il racconto «poli-espressivo» e «multi-mediale», che sfrutta tutte le forme espressive e mediali e che prevede e necessita quindi un lavoro «a più mani» tra scrittori illustratori musicisti e registi.

Particolare attenzione è riservata a quei racconti leggendari che hanno generato capolavori immortali, molteplici varianti e saghe dedicate a un medesimo personaggio; un piccolo eroe che attraversando il tempo e i media, cambiando costume, ambientazione e spesso anche nome, ha continuando a vivere attraverso testi che continuano a ristamparsi, in varie edizioni, per nuove generazioni di bambini precoci e di adulti un po' infantili, che amano rileggere questi racconti e che spesso, proprio da essi, traggono insegnamenti per intraprendere un cammino artistico.

Questo Laboratorio entra nel merito delle condizioni da cui nasce il racconto stesso: la fiaba e il mito. In esso trovano posto tutti quei racconti di cui si sono nutriti gli artisti e i loro lettori e spettatori. Attraverso questo Laboratorio è dunque possibile, per un'insegnante, imparare come aiutare i propri allievi a coltivare e a non perdere quelle capacità elaborative che il mondo degli adulti e quello del lavoro finiscono troppo spesso per frustrare, scoraggiando chi voglia intraprendere una carriera artistica.
Attraverso questo Laboratorio, inoltre, gli adulti possono imparare a dialogare un po' meglio con i propri figli, mentre questi ultimi possono capire un po' meglio i propri genitori. E infine, gli artisti possono cimentarsi esplicitamente con quella materia narrativa ed espressiva che serve loro per poter esercitarsi a creare storie e per mantenere sempre vivi, nelle storie che creano, quei legami fondamentali con il mondo immaginario dell'infanzia, che sarà anche il mondo dei propri lettori e spettatori.

Al Laboratorio “NeverNeverLand” fa da corollario il progetto - che presentiamo nella sezione “ricerche e progetti” con il nome “la bottega delle favole” - di creare un grande archivio mondiale di favole in ogni forma espressiva; un archivio che raccolga e ordini versioni, illustrazioni e messe in scena di ogni luogo, di ogni tempo e in ogni lingua. Tale archivio costituisce il presupposto necessario per sviluppare sistemi come quelli che il nostro laboratorio intende offrire al mondo Educational; e costituisce anche un deposito utile per tutti i cantastorie di ogni paese che vogliano attingere a questa materia per farne spettacoli e nuove narrazioni, per trattarla come un oggetto «topologico» da riorganizzare e rielaborare per poterlo come minimo recitare in varie lingue e far conoscere a bambini di ogni paese.

Di seguito alcune informazioni sui gruppi di sistemi che lo compongono, tra cui quelli che stiamo sviluppando, quelli che intendiamo sviluppare, e quelli che abbiamo già in parte sviluppato ma che intendiamo espandere.

Studiare l'antica arte di raccogliere, riscrivere e riraccontare fiabe senza tempo
Lo studio della trasformazione delle fiabe, da strumenti educativi per l'infanzia a compagni di viaggio per la vita. Ovvero:
come il racconto popolare, le leggende e le fiabe classiche funzionano da strumento di formazione per i nuovi cantastorie, e da materia espressiva e narrativa per le loro creazioni artistiche

Il primo gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning è dedicato ai racconti per l'infanzia che sono diventati dei «classici»; quei racconti che da secoli si tramandano, si rielaborano, si editano, si illustrano e si animano grazie al lavoro paziente di raccoglitori, editori, autori e metteur en scene che contribuiscono a renderle immortali custodendole come un patrimonio dell’umanità.
Alcuni Sistemi di Studio prendono in esame quelle «favole di animali antropomorfi e di uomini zoomorfi», che trasformano miti e leggende di diverse Civiltà in un breviario di motti e proverbi «drammatizzati» letterariamente da Esopo e poi da Fedro e ancora dai Grimm e da La Fontaine; sono i racconti brevi che la tradizione umanistica, da secoli, ha assunto come primo compendio sui vizi e sulle virtù dell’uomo da sottoporre alle nuove generazioni.
Un perfetto complemento è costituito dal gruppo di Sistemi dedicati alla riscoperta delle favole attraverso le "Silly Symphonies" di Walt Disney, che riscrivono in forma di racconti musicali animati le favole per la buona notte; mentre ci insegnano come raccontare una favola con ogni mezzo espressivo, ci fanno venir voglia di tornare a leggere le raccolte originali a cui lo stesso Disney si ispira esplicitamente.
In questo gruppo di Sistemi trova posto anche il progetto "Rossellini cantastorie", in cui Roberto Rossellini mette in scena, cinematograficamente, alcune fiabe archetipiche, riscrivendole e creando collegamenti con le numerose versioni che, in altre forme espressive e mediali, preesistono o seguono al suo stesso lavoro. Si tratta di un'esplicita riflessione sulla necessità che il cinema, soprattutto quando vuole raggiungere livelli artistici, contragga debiti con quel mondo narrativo dell'infanzia che costituisce la fonte di ispirazione primaria per qualunque grande artista, necessaria per creare i propri personaggi e modellare i propri drammi. In questo Sistema - che fa parte anche del Laboratorio specifico dedicato al progetto umanistico rosselliniano - è possibile studiare come ogni grande racconto stabilisca correlazioni anzitutto con quell'universo di favole di tradizione orale e poi con quello della letteratura per l'infanzia di cui ogni autore si è nutrito e da cui trae ispirazione anche senza saperlo. In questo senso i racconti brevi di Rossellini possono essere riletti come nuove versioni di quei racconti immortali resi famosi dai cantastorie e dai raccoglitori di fiabe per l'infanzia, giunti fino a noi attraverso le più famose raccolte di fiabe orientali e occidentali.
Tra i progetti che intendiamo sviluppare in questo gruppo di sistemi ve ne è uno dedicato alle raccolte di fiabe di magia, nelle quali il fantastico si mescola con il realistico e lascia impressi nella memoria gli universi incantati in cui agiscono i nostri preferiti eroi ed eroine, per affrontare, con l’aiuto di maghi e fate, gli ostacoli creati da streghe e regine malvagie. Queste favole di magia sono state l’oggetto privilegiato di illustratori, pittori e musicisti, drammaturghi e cineasti che, stimolati dai temi, hanno contribuito a creare una quantità di opere d’arte tutte indirette promotrici di un auspicabile ritorno allo studio dei «classici per l’infanzia» come fondamento dello studio della narrazione artistica in ogni sua forma.
Non può mancare tra questi Sistemi un progetto specificamente dedicato alle fiabe de “Le mille e una notte” per studiare le straordinarie capacità, insite in esse, di concatenare storie e di far nascere le une dalle altre in un gioco di collegamenti espliciti e di sviluppo di potenzialità che aiuta a comprendere la complessa macchina generativa delle fiabe di origine popolare e delle loro trasformazioni artistiche.

Studiare l’opera di un grande autore di racconti per l'infanzia
lo studio, racconto per racconto e scena per scena, di alcuni capolavori rappresentativi dei modi di raccontare di un grande maestro della narrazione audiovisiva

Il secondo gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning prende in esame l’opera monumentale di Walt Disney, in quanto da sola basterebbe per sviluppare tutte le questioni che questo Laboratorio vuole trattare. Questo autore, e i Sistemi ad esso dedicati, trovano posto anche nel Laboratorio dedicato alla narrazione audiovisiva ("AuteurStudio"), ma qui trovano forse la collocazione ideale, avendo sempre come destinatari i fruitori più giovani, e come materia narrativa ed espressiva il mondo delle fiabe e delle favole, che Disney rielabora per farne nuovi racconti per l’infanzia.
Domandarsi «come farebbe» oggi un cartone animato musicale Walt Disney vuol dire entrare virtualmente nella sua bottega creativa, quella che lui stesso ha mantenuto viva con i suoi più stretti collaboratori per oltre quaranta anni, dagli anni venti agli anni sessanta. C’è chi continua ad attribuire a Walt Disney manie autoritarie, scambiando l'autoritarismo con l'autorevolezza. La sua volontà e capacità di controllare ogni aspetto della creazione di un’opera d’arte per l’infanzia lo inducevano infatti ad esigere il medesimo controllo da parte dei suoi collaboratori che, per avere l'onore di collaborare con lui, dovevano accettare rispettare e far rispettare delle regole, dei «paletti» molto rigidi entro cui esercitare tutta la libertà necessaria per reinventare i racconti classici per l'infanzia. Sono proprio quelle regole d'oro che gli hanno permesso di realizzare, sotto la sua direzione, centinaia di piccoli e grandi capolavori che rimangono come perfetti e insuperati esempi di racconto poli-espressivo tout-court. Si potrebbe argomentare a lungo per quali ragioni «la Disney dopo Disney» non sia riuscita a (o non abbia più voluto) seguire la strada del maestro, e l’abbia abbandonata adducendo le solite scuse della necessità di aggiornarsi alle «esigenze del mondo contemporaneo». I cartoni animati musicali di Walt Disney non sono «attuali» e non hanno bisogno di essere «attualizzati» per parlare a generazioni di tutto il mondo e di ogni tempo, mentre i cartoni «attualizzati» della nuova Disney - che è diventata una «griffe» per smerciare di tutto - sono solo e non sempre successi stagionali che verranno dimenticati nel tempo insieme alla sua scellerata scelta produttiva. La Pixar, che è nata - proprio come la Disney di Walt Disney - dal lavoro appassionato di un gruppo di giovani allievi diretti e indiretti del team originario di Walt, è cresciuta fino a raggiungere successi universali degni del loro maestro (basti pensare alla saga di Toy Story, a Monsters and Co., a Cars e a Ratatouille) ma poi è stata assorbita dalla «Walt Disney dopo Disney» desiderosa di riconquistare la supremazia nel campo in cui la stessa Pixar sembrava destinata a superarla con scelte artistiche apprezzate evidentemente anche dal pubblico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: invece di migliorare la Disney, è stata la Disney a peggiorare la Pixar, che si è adattata a produrre successi stagionali uno dopo l’altro e a diventare parte di un’industria dell’intrattenimento che di nuovo non ha più a cuore la crescita del pubblico, la produzione di capolavori artistici e la nascita di nuovi autori. Un motivo in più per tornare a studiare «come lo farebbe Disney», come svilupperebbe un progetto narrativo poli-espressivo riraccontando quelle favole e fiabe universali che nutrono le nuove generazioni ovunque da secoli.
Per questi motivi Walt Disney era «uno sceriffo a Toon Town», costretto a far rispettare le regole che lui stesso aveva elaborato e stabilito. Per sua stessa esperienza diretta, egli sapeva che quelle limitazioni erano necessarie per stimolare i suoi artisti a dare il loro meglio; voleva quindi che essi, nello sperimentare soluzioni innovative, fossero consapevoli e si sentissero responsabili di essere i fortunati depositari di antichi preziosi insegnamenti che non andavano in nessun caso traditi o accantonati.
In ogni cartone animato firmato Walt Disney non c’è solo la saggezza di questo artista straordinario, ma anche quella dei suoi maestri: i grandi narratori delle favole e fiabe che dall’antichità hanno continuato ad essere riraccontate ad ogni generazione, e che nel tempo sono state oggetto di riscritture in ogni forma espressiva, soprattutto pittorica, da parte di artisti che, con Disney e prima di lui, hanno contribuito a visualizzare ogni aspetto del mondo immaginario meraviglioso suscitato dalle favole.
Gli scrittori e i disegnatori che hanno lavorato con Walt Disney sono da considerare gli eredi e i continuatori di quell’arte di creare racconti immortali per l’infanzia che non ha mai smesso di esistere, anche quando mortificata dalla cultura di massa. Ad essi si sono aggiunti, sin dai primi cortometraggi animati, i musicisti che hanno composto ed eseguito le musiche «classiche» dei suoi capolavori, colonne sonore firmate che non hanno semplicemente abbellito i suoi racconti multimediali, ma hanno concorso a crearli, interagendo con le immagini e le parole per «dire» cose diverse e complementari ad esse.
Assumere anche solo uno dei suoi racconti animati musicali come oggetto di studio già basterebbe per capire tutto quello che si potrebbe insegnare e imparare a partire dalla scuola d'infanzia e primaria, studiando oltre che rivedendo i capolavori disneyani. Ma se si assumono ad oggetto più esempi del suo modo di narrare e comporre, si può addirittura dare ai nostri giovani allievi la possibilità di identificare e riconoscere dalla comparazione, i principi generali di narrazione e composizione da lui definiti e applicati con grande rigore. Un educatore e cantastorie accorto - un insegnante, un genitore, uno zio o un nonno - potrebbe stimolare e seguire suoi piccoli allievi in un viaggio senza fine attraverso i racconti di questo straordinario narratore multimediale; potrebbe aiutarli ad esplorare le correlazioni interne ed esterne all' opera disneyana in base agli stessi principi con cui è composta, e quindi a padroneggiare quei principi nel navigare tra i testi, prima di applicarli nell’elaborazione di nuovi racconti sempre sotto la guida materiale del proprio educatore e sempre sotto la guida virtuale del maestro di tutti i maestri di narrazione per l'infanzia.

Studiare i mondi fantastici nati dalla collaborazione tra un autore e il suo lettore ideale
i racconti dedicati alle gesta di un piccolo eroe compagno di avventure della nostra infanzia. Lo studio, racconto per racconto e scena per scena, di alcune serie di classici per l'infanzia dedicate a personaggi immortali creati da grandi maestri della narrazione poli-espressiva

Il terzo gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning è dedicato specificamente a quei «racconti-modello» che hanno generato una quantità di di favole e fiabe per l'infanzia, di riscritture e di messe in scena indimenticabili per tutte le nuove generazioni di ogni tempo e luogo. In questi casi sono gli stessi autori che, avendo compreso di star creando, insieme al racconto, anche un universo inesauribile di storie, hanno finito per costruire, intorno al medesimo personaggio e al suo universo, una «saga» immortale. Così, attraverso la saga, essi hanno potuto moltiplicare il numero dei protagonisti ricorrenti e sviluppare numerose storie tra loro intrecciate, ordinabili sia sequenzialmente che reticolarmente, come episodi percorribili in ordine di edizione oppure attraverso i rimandi interni alle storie stesse; e ognuno di questi episodi sviluppa possibilità offerte del medesimo articolato modello logico narrativo. Non è un caso infatti che in questi racconti siano presenti, materialmente o idealmente, delle «mappe» che disegnano il mondo di questi personaggi e creano luoghi mitici da cui prendono avvio le storie che li riguardano. Basti pensare alla mappa dei "Giardini di Kensington" e a quella dell' "Isola che non c'è", che identificano i luoghi fatati teatro delle gesta di Peter Pan e dei suoi compagni di giochi; o ancora alla mappa del "Bosco dei 100 acri" in cui si visualizzano i luoghi delle imprese del piccolo Cristopher Robin e dei suoi amici abitanti del bosco; o infine alle tavole-mappe delle edizioni in grande formato delle "Storie di Babar l'elefantino", che la voce narrante - letteraria - ci invita ad esplorare.
In questi racconti viene rappresentato anche quel rapporto fecondo tra «adulti non del tutto cresciuti» e «bambini cresciuti troppo in fretta», da cui prendono vita i capolavori che più amiamo: James Barrie e i piccoli Davies sono un esempio di questa straordinaria collaborazione, così come lo sono Lewis Carroll e Alice Liddell, o Jean e Laurent De Brunhoff padre e figlio, o ancora Alan Alexander Milne e suo figlio Cristopher Robin). Queste relazioni reali si intrecciano con le relazioni immaginarie tra i piccoli eroi protagonisti - doppi dei piccoli coautori - e i loro alter-ego fantastici che li invitano ad esplorare i luoghi straordinari dei «Paesi delle meraviglie», pieni di sfide particolarmente adatte per intraprendere nuove imprese degne di essere raccontate. Il successo di questi capolavori si spiega infatti anche per la compresenza, nel testo, tanto del punto di vista degli «autori adulti» quanto di quello dei «coautori bambini» che cooperano nell'elaborazione dei racconti e che finiscono spesso per essere rappresentati in essi come «protagonisti» attraverso dei ben riconoscibili «doppi finzionali».
Questi racconti sono «straordinari» anche per il fatto che coinvolgono, nell'elaborazione, «più artisti» o altrimenti «artisti polivalenti»; in tutti questi casi vi è infatti bisogno di una scrittura insieme letteraria e visiva: quella di un romanziere e quella di un pittore; oppure quella di un «romanziere-pittore»; occorre cioè il lavoro «a più mani» di diversi autori che hanno deciso di dedicare la loro arte - o parte di essa - all'infanzia: Barrie e Rackham per Peter Pan nei giardini di Kensington, Barrie e Bedford per Peter e Wendy, Carroll e Tenniel per Alice nel paese delle meraviglie, Jean e Laurent De Brunhoff entrambi scrittori e disegnatori della saga di Babar l'elefantino, Milne e Shepard per le storie dell'orsetto di pezza Winnie the Pooh, Beatrix Potter ideatrice, scrittrice e disegnatrice del mondo immaginario di Peter Coniglio e dei suoi amici.
Ognuno di questi racconti fiume può essere studiato nelle sue articolazioni narrative, ovvero nei diversi «episodi» che compongono la «saga»; ma anche nelle «varianti», riprese, riscritture che altri autori - autorizzati e non - hanno compiuto sfruttando le potenzialità insite in quei progetti, i cui mondi e i cui personaggi tanto sfaccettati consentono insospettabili ulteriori sviluppi. Basta consultare le bibliografie, videografie e teatrografie sul tema (o impostare una ricerca attraverso tutte le categorie mediali di un grande distributore online di libri, video, e vari contenuti digitali) per scoprire quante nuove «varianti» e quante differenti «edizioni» esistano delle storie di Peter Pan, di Alice, di Babar, di Winnie Pooh.
Questi racconti-modello mettono in moto sia la capacità elaborativa dell'autore che quella del lettore, il quale viene così ispirato a ricercare e a praticare un tipo di narrazione non meno complessa e sofisticata. Questi libri labirintici sono dunque il perfetto materiale di studio per una didattica non pedagogica e non ideologica, che voglia aiutare i ragazzi a sviluppare capacità elaborative ragionando intorno alle possibilità di gioco insite nei modelli narrativi sottesi ai capolavori che questi autori sono stati capaci di ideare.

Studiare un racconto classico per l'infanzia
lo studio, scena per scena, di un grande racconto archetipico per l'infanzia e delle sue varianti implicite ed esplicite in ogni forma espressiva

Il quarto gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning riguarda alcuni singoli capolavori, anch'essi oggetto di molte riscritture e messe in scena. Essi, infatti, pur non essendo stati sviluppati in forma di serie e di saga, sono diventati modelli esemplari di narrazione in ogni campo espressivo, e non solo per l'infanzia. In questi capolavori confluiscono leggende orali, miti, commedia dell'arte, racconti popolari, fiabe tradizionali, iconografia popolare e artistica. Inoltre costituiscono la materia espressiva e narrativa prediletta per elaborazioni artistiche molto complesse, che stabiliscono con essi correlazioni significative tali da incrementare reciprocamente la fama che li accompagna. Pinocchio, Pierino il lupo, Il flauto magico, Cenerentola, La bella e la bestia, Canto di Natale, Il piccolo spazzacamino, Il mondo della luna, La storia di un soldato, sono tutti esempi di racconti che circolano attraverso diverse versioni, ma che trovano, in alcune di esse, una forma quasi perfetta tale da renderli dei prodotti immortali. Un racconto come La Cecchina, ad esempio, continua a vivere grazie al rapporto reciproco con Cenerentola, uno di quei modelli archetipici che ha generato innumerevoli varianti narrative in ogni forma espressiva, diventando un oggetto privilegiato di «variazioni sul tema» in campo artistico, sia nel mondo della narrazione per l'infanzia sia in quello della creazione artistica per i tanti autori di romanzi e di opere teatrali e musicali che ne traggono da sempre ispirazione.

Studiare un tema universale della narrazione per l'infanzia
lo studio di modelli narrativi per l'infanzia generatori di innumerevoli varianti implicite ed esplicite in ogni forma espressiva

Il quinto gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning è dedicato ad alcuni temi della commedia e della tragedia che sono entrati a far parte del racconto per l’infanzia bilanciandosi tra loro come estremi paradossali e contraddittori (ad esempio: «mostruoso» ma «divertente») che creano quel «nonsense», quell’umorismo senza freni, quel melodramma senza riserve di cui si nutrono le fiabe e i loro piccoli fruitori.
Quanti racconti per l’infanzia si basano, ad esempio, su uno straordinario rapporto di «coppia» tra personaggi complementari che traggono forza e che producono divertimento proprio dal loro «cattivo assortimento» progettuale? Quanti altri ancora si basano sulla «mostruosità» dei protagonisti o degli antagonisti e sulla falsa mostruosità interiore o esteriore dei personaggi stessi? E quanti racconti si basano sull'eroismo di personaggi candidi e ingenui e tuttavia capaci, in situazioni estreme, di trasformarsi in eroi per compiere imprese straordinarie? Quanti racconti per l'infanzia, infine, si basano sul conflitto morale tra angeli e demoni, tra purezza e impurità, tra bontà e cattiveria, tra vizi e virtù? Siamo certamente in grado di riconoscere quel conflitto quando viene rappresentato in forma antropomorfa o zoomorfa attraverso personaggi che incarnano sentimenti contrastanti, a cominciare dalle favole di animali delle raccolte di Esopo, Fedro e La Fontaine, per giungere fino alle Silly Symphonies di Walt Disney, dove «l'eterno conflitto» è il motore dei racconti stessi. Ma spesso non siamo in grado di spiegare a noi stessi o ai nostri figli e allievi come poter «drammatizzare» il conflitto per far funzionare un racconto che ci diverta e ci insegni allo stesso tempo senza farci prediche, e ponendoci interrogativi senza darci rassicuranti risposte ideologiche. Questi sistemi di studio entrano nel merito delle regole e degli elementi che compongono questi racconti, tanto affascinanti da rimanere ben impressi nella nostra memoria e da continuare a ispirarci, consapevolmente o inconsapevolmente, ogni volta che tentiamo di raccontare una breve storia ad un pubblico di bambini.

Studiare il mondo immaginario di un autore-viaggiatore narratore di storie per l'infanzia
Lo studio dei progetti e delle ricerche di grandi esploratori protagonisti e narratori di viaggi tra mondi reali e fantastici

Il sesto e ultimo gruppo di Sistemi di Studio Reticolari E-Learning è dedicato a quei «racconti di viaggio», attraverso mondi reali e immaginari, dove la scienza e l'arte si fondono per creare un universo «fanta-scientifico», verosimile ma anche incredibile; racconti in cui cui i personaggi - implicitamente o esplicitamente autobiografici - sono a loro volta viaggiatori e narratori proprio come i loro autori.
Questi testi hanno a volte la forma di un «diario» di bordo, con cui gli stessi autori fuori dal testo raccontano pericolose avventure di viaggio premiate dall'accesso esclusivo a mondi fantastici inaccessibili a persone e personaggi ordinari. La linea di continuità tra i racconti letterari di Verne e quelli cinematografici di Melies e di Spielberg mette in evidenza molte delle caratteristiche che affascinano l'infanzia e creano, per l'infanzia stessa, un mondo speculare in cui poter compiere esperienze formative. Racconti di iniziazione, di crescita, di formazione passano spesso attraverso «viaggi straordinari» nel tempo e nello spazio compiuti da «doppi» del piccolo lettore, i quali, proprio come lui, si trovano ad osservare e a interpretare fenomeni che solo la scienza e l'arte riescono a descrivere adeguatamente; fenomeni che ci appaiono tanto più «fantastici» e incredibili in quanto sia i personaggi che il lettore non ne posseggono - almeno inizialmente - le regole.
Il mondo orientale di Marco Polo, ad esempio, appare fantastico per come il protagonista narratore stesso, da spettatore, lo vede senza conoscerne inizialmente le regole.
Così i mondi esotici disegnati e raccontati da Hugo Pratt - cioè da Corto Maltese, il suo doppio nel testo - ci riservano avventure fantastiche anche se rigorosamente basate su ambientazioni storiche e su personaggi verosimili in mondi poco lontani dai nostri.
Nondimeno le avventure di Antoine De Saint-Exupery e del suo Piccolo Principe, nonché dei suoi colleghi aviatori coraggiosi, ci fanno entrare in un mondo dove le «memorie» e la memoria elaborativa si fondono per creare un universo narrativo sospeso tra la ragione e fantasia; un mondo in cui i «diari di bordo» si trasformano nella «favola senza tempo» del Piccolo principe, e in cui lo stesso protagonista-autore può rappresentare la sua crescita, la sua formazione: da bambino pieno di immaginazione ad adulto che non ha dimenticato di essere stato un bambino quando è diventato, infine, un artista capace di trasformare il suo desiderio di avventure in una straordinaria capacità di raccontarle ai bambini stessi.
Leggendo questi racconti con gli occhi curiosi di un bambino che guarda al mondo degli adulti attraverso le proprie limitate conoscenze e le proprie illimitate aspettative, ci sorprendiamo di fronte al meraviglioso e indossiamo di nuovo i panni dell'audace esploratore in cerca di grandi scoperte. Questo gruppo di sistemi di studio ci aiuta a ricordare e a capire come ragionavamo quando eravamo bambini, e come ragionano gli artisti che non hanno perso l'innocenza e il candore dell'infanzia.