vai alla home del sito
Romeo and Juliet logo



◊ un Ambiente Didattico online per studiare come il cinema si avvicinò alla multimedialità

__________________________________________________________


Il progetto


Un viaggio esplorativo tra capolavori del cinema muto e musicale per favorire lo studio della composizione e della narrazione multimediale

Questo percorso è stato pensato come una deviazione ricca di stimoli che può essere intrapresa da tutti quei Sentieri Esplorativi che trattano di racconti multimediali e che creano interesse per i loro «correlati» (dal cinema musicale e dal cartone animato musicale al teatro musicale e al musical).
Il percorso non va visto come una «storia del musical cinematografico», ma come una breve immersione nel mondo del cinema nel suo momento più drammatico: quello in cui il cinema, subito dopo gli avventurosi e pionieristici inizi, si dovette confrontare con l'invenzione del sonoro e trasformare in uno strumento potenzialmente multimediale, in grado di assorbire al suo interno il piano espressivo letterario, musicale e visivo. Da qui l'inizio di una competizione più diretta con la radio, il teatro, il teatro musicale, e successivamente anche con la televisione.
Il passaggio dal «cinema di sole immagini» o più precisamente dal «cinema di sole immagini e musica» al «cinema di immagini musica e parlato» fu considerato da molti l'inizio della fine, e pose fine infatti a tante carriere; ma soprattutto non fu direttamente e immediatamente quel progresso che tutti attendevano; non lo fu soprattutto sul piano artistico, perché per molti produttori registi e sceneggiatori significò una semplificazione, una rinuncia a inventare soluzioni espressive raffinate e complesse - come con la monomedialità del cinema muto degli inizi - e per assurdo la «trovata» più comoda per raccontare storie affidando la maggior parte delle informazioni alle parole, relegando la musica a «commento sonoro» e rendendo le immagini «illustrazioni» ridondanti di lunghi dialoghi e monologhi recitati a raffica e senza più badare alle azioni e alle espressioni degli attori. Era ed è la degradante strada adottata senza scrupoli dai programmi televisivi, da chi già allora vedeva il cinema come una «finestra sul mondo» per riprodurre «fette di vita», anziché come un meraviglioso specchio deformante - come quello Alice - adatto per viaggiare nei paesi immaginari delle meraviglie.
A questa soluzione tutt'altro che innovativa si opposero autori come Lubitsch, Chaplin, Hitchcock, Disney al tempo del muto, e poi registi come Welles, Truffaut, Fellini, Rossellini e non molti altri al tempo del sonoro. Il «cinema musicale» - o nella sua forma più esplicita il «musical» - fu la soluzione che ognuno di essi adottò per cercare di sfruttare al meglio, nei loro racconti audio-visivi, la compresenza di parole, immagini e musica, imparando dagli autori classici che erano riusciti a fare arte con ciascuna di queste forme espressive, e circondandosi di collaboratori esperti in ognuna di queste arti.
Se tutt'oggi il cinema è sempre in grave crisi rispetto alla televisione e al dilagante universo dei videogiochi è perché ha scelto allora la via più facie e continua per lo più a seguirla.
Questo percorso mostra e collega le straordinarie ricerche e i grandi capolavori di alcuni artisti che, quando iniziarono a fare cinema, si posero la stessa domanda che si pose Hitchcock all'inizio della sua carriera e continuò a porsi - insieme al suo amico Truffaut - fino alla fine: come raccontare bene belle storie grazie all'integrazione delle diverse forme espressive e non subordinando mai le immagini e la musica alla parola.