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Romeo and Juliet



◊ un Ambiente Formativo online per apprendere come Shakespeare racconta Romeo and Juliet

◊ un Ambiente Didattico online per insegnare quanto si è appreso

◊ un Seminario introduttivo per conoscere il Sistema E-Learning

◊ una Mediateca per esplorare le risorse shakespeariane
utilizzate e valorizzate dal Sistema

◊ una bussola per orientarsi nel mare dei testi di ogni tempo, luogo e forma mediale correlati all'opera shakespeariana, per apprezzarne le qualità e per scoprire dove e come fruirli

◊ una Mostra virtuale dei grandi illustratori di Romeo and Juliet

◊ asistenza personalizzata agli utenti del Sistema


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Il progetto


Un laboratorio di narrazione, scrittura poliespressiva e messa in scena sotto la guida virtuale di William Shakespeare

La fama di Romeo and Juliet è certamente alimentata dalla continua attenzione da parte degli adolescenti, che facilmente si riconoscono nel punto di vista dei due sventurati protagonisti, e dalle letture sociologiche che non si fanno scrupoli di adoperare questo testo per consolidare stereotipi giovanilistici.

Eppure il testo di Shakespeare non si presta affatto a una lettura riduttiva in chiave sociologica, a differenza di tutte le riscritture che ne sono state fatte per adattarlo alle mode giovanili. Ma Romeo e Giulietta, come altri testi del suo autore, è purtroppo più conosciuto per le sue «modernizzazioni» cinematografiche che per il testo letterario di Shakespeare.

Se Romeo and Juliet mal si adatta a rappresentare le abitudini generazionali di un determinato universo culturale, risulta invece illuminante per comprendere come, in un racconto, il personaggio di un comune adolescente di qualunque luogo e tempo possa maturare e crescere fino a diventare un «eroe» nonostante le resistenze dell’universo giovanile che lo circonda o le sollecitazioni alla standardizzazione da parte della società a cui appartiene.

La componente storica e psicologica che fornisce al testo il carattere di verosimiglianza lascia il posto alla favola non appena i due protagonisti vengono mostrati in grado di compiere quel piccolo passo che li separerà sia dal mondo dei loro coetanei sia da quello degli adulti; il mondo, cioè, di quelle consuetudini culturali che preesistono alla storia dei due ragazzi ma che non gli sopravviveranno immutate, perché il racconto della loro impresa leggendaria produrrà mutamenti irreversibili nel mondo intero, così come lascerà un segno incancellabile nell’animo dei lettori.

Il testo invita infatti i fruitori a considerarlo come un racconto di iniziazione alle forme e agli stadi dell’amore, perché i protagonisti compiono, nel breve tempo spazio-tempo del racconto, un cammino che solo la favola, la magia dell’amore e la sintesi della scritturaartistica shakespeariana possono rendere così ricco di repentini mutamenti e svolte decisive.

In questo senso il testo di Shakespeare ci rivela non una storia di e da ragazzi ma una storia di come due ragazzi si trovino d’improvviso a trasformarsi rapidamente in adulti e di conseguenza ad affrontare contemporaneamente sia il mondo dei loro coetanei, che non li riconosce più, sia il mondo dei loro genitori e degli adulti in generale, che non li riconosce ancora.

Shakespeare costruisce un «saggio in forma narrativa» per spiegare come i sentimenti universali che muovono il comportamento dei due protagonisti riescano a superare ogni confine culturale, generazionale e ideologico che l’autore-destino mette sul loro cammino, persino quando chiede loro l’estremo sacrificio.

L’origine «storica» della storia narrata contribuisce a far emergere il valore «esemplare», non storicizzabile, della stessa, proprio perché trasforma un fatto di cronaca, come tanti, in un racconto leggendario di un impresa straordinaria di due piccoli eroi, che agiscono «invisibilmente» fino a quando gli effetti del loro gesto non arriveranno a influire sulla realtà stessa che li ha tanto ostacolati, e che però, proprio con la resistenza al loro cammino, ha finito per accentuare il valore del loro gesto.
Di conseguenza la storia, pur raccontando le gesta di due giovani, coinvolge anche ogni adulto che non voglia dimenticare o soffocare quella sensibilità e quel candore di cui i due protagonisti danno prova.

Per far scoprire la complessità delle soluzioni presenti nel testo Shakespeariano e rendere possibile un confronto con le soluzioni elaborate da chi lo ha ispirato, messo in scena, riscritto o adottato come modello compositivo, abbiamo assunto quattro diverse prospettive tra loro complementari e le abbiamo sviluppate attraverso:
- un percorso didattico esemplificativo per supportare l'attività didattica con gli allievi (un viaggio intertestuale che fa scoprire o riscorpire il capolavoro shakespeariano esplorando i collegamenti con tutti quei testi, anche contemporanei e in ogni forma mediale, che ne condividono principi narrativi),
- un sistema fomativo reticolare intratestuale per supportare l'attività formativa degli insegnanti che vogliano prepararsi identificando scena per scena i principi compositivi utilizzati da Shakespeare per narrare la sua versione della storia dei due sfortunatissimi giovani amanti (un labirinto cognitivo che esplicita la rete delel conessioni interne al testo di Shakespeare consentendo di analizzare una medesima scena da più punti di vista e di scoprire tutte le scene in cui è applicato il medesimo punto di vista).

Le quattro prospettive generali di studio da noi assunte per affrontare il testo shakespeariano potrebbero essere così riassunte:

1. Definizioni del verbo amare
Il testo shakespeariano invita a riflettere, attraverso i diversi personaggi e i diversi sentimenti che ne ispirano le azioni, su quali forme possano assumere e in quanti modi possano articolarsi i sentimenti che abitualmente raggruppiamo e confondiamo tra loro
adottando, senza definirla, una sola parola: “amore”. Attraverso i cambiamenti interiori dei personaggi e i diversi legami che essi possiedono già o scoprono e stabiliscono nel racconto, possono essere riconosciuti molti gradi, aspetti, ed espressioni di quel continuo flusso di sentimenti che viene sintetizzato dalla parola “amore”. Amore possessivo e amore altruistico, amore fraterno e amore sensuale, amore ideale e amore passionale, divengono in questa prospettiva altrettanti capitoli o meglio lezioni d'amore di un corso poetico di educazione sentimentale all'amore attraverso l'arte e per l'arte.

2. Il richiamo del gruppo e la solitudine dell’eroe
Non c’è storia di lotte tra bande, o di conflitti tra una coppia e il proprio gruppo o famiglia di appartenenza, che non si riferisca implicitamente a questo testo, magari riducendolo alla sola storia delle azioni esteriori piuttosto che alle reazioni interiori dei
personaggi.
Il testo di Shakespeare si presta particolarmente a una lettura antropologica dei modi in cui l’universo culturale influisce indirettamente sulla formazione dei potenziali protagonisti ed eroi, e, nel tentativo di fermarli e dissuaderli, li sollecita indirettamente a quei rapidi cambiamenti e a quelle svolte decisive che essi devono compiere per distinguersi dal gruppo e per conquistarsi il posto di protagonisti ed eroi nella storia.
Per queste stesse ragioni il testo di Shakespeare costituisce un modello ideale per comprendere come mai un personaggio, per conquistare il ruolo di eroe, debba riuscire ad accettare la solitudine, ovvero l’incomprensione e persino l’ostilità di quanti nel suo
mondo, posti di fronte alle medesime occasioni straordinarie, non riuscirebbero a compiere quel passo in più e a rinunciare alle sicurezze della vita ordinaria per affrontare il rischio di una vita più breve e pericolosa ma anche leggendaria e perciò immortale.

3. Multiculturalismo e Invarianze culturali
Lo sfondo del racconto - la faida tra le due famiglie rivali - viene spesso preso a pretesto per dibattiti sociologici sui problemi politici contemporanei della difficile convivenza interculturale, a volte provocata forzatamente da flussi migratori rei di turbare equilibri socio economici del mondo culturale con cui interagiscono. Questa visione riduttiva del testo di Shakespeare, che rende Romeo e Giulietta vittime quasi inconsapevoli di conflittii sociali tra comunità e tra relativi credi politici o religiosi, è diventata il soggetto principale di quelle messe in scena che, ritenendo evidentemente il testo di Shakespeare troppo debole per interessare il pubblico contemporaneo, hanno preferito ambientarlo sulla striscia di Gaza o nei Balcani sottolineando le irriducibili diversità culturali dei due protagonisti e dei rispettivi ambienti culturali di provenienza. E paradossalmente proprio queste libere trasposizioni finiscono spesso per trascurare o addirittura negare quella umanità, quella fratellanza che il gesto di Romeo e Giulietta - ma soprattutto i sentimenti universali che lo provocano - ripristina persino laddove l'uomo di chiesa e l'uomo di potere hanno fallito. Trattare Romeo e Giulietta come la tragedia dell'«alterità» che sacrifica e schiaccia amori proibiti, nati «contro» le storiche rivalità tra gruppi sociali, è pretestuoso e irrispettoso nei confronti del testo shakespeariano perché mette in secondo piano proprio la centralità di quei sentimenti universali che, superando ogni barriera etnica, danno vita a una storia leggendaria in grado di travalicare ogni confine di spazio e di tempo e dunque ogni confine culturale; una storia come quella che Shakespeare ha voluto raccontare con il linguaggio dell'arte non è solo traducibile in ogni lingua , ma è anche comprensibile da ogni generazione di ogni luogo e tempo, che può contestualizzarla - in un determinato tempo e luogo - senza tuttavia ridurne il valore universale che la rende un classico senza tempo patrimonio dell'intera umanità. In questa prospettiva, rispettando il racconto shkespeariano, si mantiene viceversa viva la speranza umanistica di un dialogo interculturale basato su quelle invarianti della specie umana che travalicano le scelte ideologiche e che consentono ai gruppi sociali di capirsi e di allearsi - in alternativa a combattersi - sin da quando l'uomo ha deciso di non voler vivere di soli istinti animali.

4. Tra Storia e Leggenda
I numerosi legami referenziali che il testo di Shakespeare ha ereditato o suscitato, attraverso le scelte di ambientazione della storia, contribuiscono ad accentuarne tanto il carattere di racconto verosimile quanto quello di racconto leggendario.
Il testo di Shakespeare, sostituendosi alle numerose cronache storiche delle vicende narrate, costituisce un esempio di come un grande racconto, per il valore ideale che assume, possa diventare esso stesso un mito e sostituirsi alle storie che lo hanno ispirato.
I personaggi prendono il posto delle persone a cui si riferiscono, e la verità del racconto, di quel che continua a trasmettere ad ogni generazione di ogni luogo e tempo, prende il posto della verità storica, o induce a immaginarne e inventarne una, rendendo così persino una sorta di servizio «promozionale» nei confronti dei luoghi e dei mondi che evoca nel corso della narrazione.
Inoltre le diverse varianti che precedono la versione shakespeariana della storia mostrano come questa si sia stratificata su di esse, raffinandone l’intreccio e sviluppando soluzioni che risultano presenti solo nel testo shakespeariano. Infine i personaggi leggendari del racconto shakespeariano mescolano ai tratti storici quelli degli eroi protagonisti delle favole e delle storie morali epiche e sacre (come le storie della pulzella di Orleans) con cui il testo stabilisce profonde relazioni, rese esplicite, ad esempio, dalla versione per il teatro musicale scritta da Barbier e Carré per l’opera di Gounod

5. Una commedia che volge in tragedia
Se Shakespeare è l’autore che più di ogni altro riesce a fondere commedia e tragedia, o meglio a far scaturire l’una dall’altra all’interno di un racconto che non conosce cesure, questo testo, più di ogni altro tra i capolavori shakespeariani, invita a riflettere su come sia possibile che da ogni scena possano darsi altrettanto convincenti esiti umoristici o tragici.
La leggerezza che pervade tutto il racconto, dando rilievo ai sentimenti che muovono le azioni più che alle azioni stesse, rende accettabile l’inaccettabile, e dà al sacrifico dei protagonisti il valore di un gesto eroico che li rende immortali al punto che la loro stessa morte appare come un gradino necessario da superare affinché il loro amore divenga davvero eterno e ispiratore di tanti altri amori dentro e fuori da la storia narrata.