Presentazione
- Il progetto
Sentieri esplorativi
- Un labirinto di Specchi
- Delitto e rimorso, colpa
e senso di colpa
- Il lungo addio
Programma delle iniziative
Home | English
Presentazione
Amleto
Amleto è da sempre considerato il testo più rappresentativo dell’opera di
Shakespeare. Certamente è il più noto, soprattutto per le citazioni, le parodie,
le imitazioni che hanno contribuito ad alimentarne la fama ma al contempo la
scarsa conoscenza diretta.
Paradossalmente le idee più diffuse intorno a questo testo sembrano condannarlo a
riduzioni più vicine alle fonti che Shakespeare ha dotato nel comporlo che al progetto
shakespeariano stesso. Inoltre, per ragioni esterne, il testo è andato accumulando
nel tempo una serie di stereotipi che ne hanno alterato gradualmente il senso. Per
questo, considerando molte delle messe in scena che ne hanno favorito il successo di
pubblico e di critica, si propone una lettura che confronti e valuti puntualmente ogni
nuova soluzione scenica in rapporto alle soluzioni narrative contenute nel testo
shakespeariano, promuovendo in tal modo sia il lavoro degli autori che con le loro
invenzioni ne hanno valorizzato le qualità intrinseche, sia quello dell’autore che ha
reso possibile realizzare tante varianti e tante interpretazioni che, grazie alla loro
diversità e complementarità, hanno messo in luce i molteplici aspetti della pièce.
Ad esempio, il testo di Amleto rivela un protagonista ben diverso dagli uomini maturi che lo hanno interpretato.
L’Amleto di Shakespeare è un ragazzo che si trova a vivere simultaneamente una fortuna e una sfortuna imprevedibili: da un lato essere liberato dall’influenza del padre proprio nel momento in cui sta cercando di sottrarsi al suo destino di principe e uomo d’armi per seguire le sue aspirazioni artistiche; da un altro lato altro fare i conti con il senso di colpa derivante dal vedere attuati, dallo zio complice implicito, i suoi più reconditi desideri (quante volte, immaginiamo, il giovane Amleto può aver desiderato l’eliminazione del suo padre padrone!); da un altro lato ancora affrontare gli effetti collaterali del gesto criminale di suo zio, che, usurpando il posto del padre, ponendosi a capo del suo regno e a fianco di sua madre, si spinge fino a chiedergli di esserne l’erede, di prepararsi cioè di nuovo a entrare nei panni del principe di Danimarca e ad abbandonare definitivamente le sue ispirazioni artistiche.
Lo stesso testo Shakespeariano sviluppa in modo molto chiaro e profondo il conflitto apparentemente irrisolvibile tra recitare implicitamente nella vita e recitare esplicitamente nell’arte, ovvero quello tra essere attori sulla scena o autori dietro le quinte; un conflitto che si risolve in un’unica messa in scena nella messa in scena. Il testo di Shakespeare ci fa condividere anche la sfida che il protagonista è costretto a raccogliere per concludere e sintetizzare tutto il suo potenziale futuro in pochi giorni, dal momento che l’autore-destino gli offre una sola possibilità di accomiatarsi adeguatamente dalla vita, con un’unica impresa che dovrà essere insieme epica e artistica.
Ed è ancora il testo ad invitarci a comprendere cosa accada nell’animo del protagonista quando scopre di essere circondato da persone che sono tutte, per un aspetto, doppi del proprio carattere, e che, a differenza di lui, hanno la possibilità di seguire e sviluppare fino in fondo almeno uno degli aspetti dell’identità che egli non potrà più completare.
Infine, ad un’attenta lettura, il testo si rivela un complesso «saggio in forma narrativa»
sulla comunicazione intesa come terreno elettivo della simulazione (per simulare ciò che non si pensa e non si sente, e per dissimulare ciò che si pensa e si sente): una esemplificazione metodologica di come tutto quel che viene detto dal protagonista non rappresenti, tranne in particolari eccezioni, il suo stato d’animo, ma ciò che egli indirettamente vuol far sapere a chi lo ascolta o lo osserva in un universo dove anche i muri hanno le orecchie e dove anche un monologo può essere riletto come una recita a favore di un ascoltatore nascosto.
Per far scoprire la complessità delle soluzioni presenti nel testo Shakespeariano e
rendere possibile un confronto con le soluzioni elaborate da chi lo ha ispirato, messo
in scena, riscritto o adottato come modello compositivo, abbiamo assunto tre diverse
prospettive tra loro complementari:
I - Un labirinto di Specchi
II - Delitto e rimorso, colpa e senso di colpa
III - Il lungo addio