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LABORATORIO SHAKESPEARE

La Tempesta - Esercizi compositivi

Se esistesse solo Prospero ... / Se non esistessero i naufraghi, Miranda, Calibano, Ariel e l'isola

In questa chiave interpretativa non esiste nulla eccetto Prospero stesso. Egli è un uomo solo che, per sopravvivere, ha necessità di raccontare. Per non sentire dolorosamente la sua solitudine ha inventato Miranda, una figlia giovane e bella su cui riversare il proprio affetto; ha personificato in un mostro, Caliban, la parte peggiore di sè e in uno spirito, Ariel, quella più libera e sfrenata.
Possiamo immaginare Prospero in una situazione di impotenza, forse solo e abbandonato, che sogna, per contrasto, l’onnipotenza attribuendosi gli eventi naturali che accadono intorno a lui. Per gioco il mago immaginario sogna di avere il potere di punire i suoi (inesistenti) nemici e, alla fine, persino di perdonarli.
Prospero è lo scrittore che, solo, crea il suo mondo; un mondo autosufficiente in cui non ha bisogno di nulla perché tutto può essere pensato e immaginato. Ma la fine della vita si avvicina e Prospero non vuole morire circondato solo di sogni. Allora innanzitutto deve raccontare questa storia a un pubblico: solo una storia raccontata esiste; solo nel racconto può prendere congedo dal suo mondo.
Prospero è Shakespeare che sa di essere arrivato alla fine della sua carriera e della sua vita. Ha vissuto sempre immerso tra i suoi personaggi, tanto che non distingue più la realtà dal sogno; e sono proprio i suoi personaggi che, confusi e travestiti, incontra nella sua isola immaginaria.