LABORATORIO SHAKESPEARE
La Tempesta - Esercizi compositivi
Se esistesse anche Miranda / Se non esistessero i naufraghi
Prospero naufraga insieme ad una bimba su di un’isola misteriosa. Forse Miranda non è
davvero sua figlia ma loro sono gli unici due sopravvissuti e Prospero trova proprio in
quella piccolina la ragione per lottare e sopravvivere. Miranda rappresenta il suo
attaccamento al passato, ma su quell’isola, sorprendentemente, incontra qualcosa che lo
attira più del suo passato: la possibilità di governare magicamente quel luogo. Cosa vale
un ducato in Italia quando su quell’isola Prospero è onnipotente? Egli eredita il potere da
una strega disgustosa che ha lasciato sull’isola un figlio semiumano che Prospero accoglie. Gli spiriti non possono essere educati ma i figli di strega sì. Prospero non si fida delle creature fatate e cresce Miranda lontana dalla magia. Egli la tiene però, lontana anche dagli uomini: Prospero non vuole lasciare l’Isola e non vuole perdere la ragazza; così usa la sua arte per spazzare via, e se necessario distruggere, ogni nave che si avvicini.
Ma un giorno Caliban si ribella e cerca di violare Miranda. Prospero corre ai ripari punendo Caliban ma capisce che non può piegare ogni cosa al suo volere. Caliban è diventato adulto e ha i suoi istinti, anche Miranda sta crescendo e riversa la sua curiosità su Caliban.
Prospero decide di sfruttare la potenza di Ariel per elaborare una complessa messa in
scena «didattica» e crea dei simulacri (quasi) perfetti di esseri umani; così perfetti da
essere indipendenti. Attraverso di essi il mago insegna a Miranda la castità come valore
legato all’amore e dà a Caliban prova della sua magnificenza suscitando in lui di nuovo
soggezione e rispetto. La mattina dopo tutto si dissolverà: Miranda attenderà invano il
ritorno di Ferdinand, Ariel aspetterà inutilmente il giorno della sua libertà.