LABORATORIO SHAKESPEARE
La Tempesta - Sentiero esplorativo 3: Il mondo come rappresentazione
La più celebre ed entusiasmante lettura di questa commedia shakespeariana è quella che pone al centro di tutto l’arte teatrale. L’atteggiamento e il comportamento di Prospero, infatti, ricordano da vicino quelli di un appassionato regista teatrale che, tra difficoltà e momenti di soddisfazione, deve gestire e dirigere attori, costumisti e scenografi. Come tutti i registi, però, Prospero è costretto a fare i conti con l’iniziativa personale dei suoi collaboratori e con l’impossibilità di governare tutto ciò che accade sul palcoscenico. Il teatro, infatti, come la stessa esistenza umana, è un’arte viva, mai perfettamente controllabile, mai perfettamente duplicabile.
Il cerchio magico in cui Prospero esegue i suoi incantesimi, lo spazio del suo potere illusorio, può essere facilmente accostato al cerchio, altrettanto magico, del palco del Globe, teatro di Shakespeare. Su di esso l’autore, così come il suo personaggio, si compiace di dare vita a tutte le proprie fantasie.
Sempre in chiave «metatestuale» - cioè come riflessione letteraria sulla letteratura e teatrale sul teatro - possono essere interpretati anche i due spiriti autoctoni dell’isola: l’impetuoso, cupo e sanguigno Caliban e l’etereo Ariel. I due potrebbero essere considerati l’incarnazione delle due componenti che, secondo gli antichi greci, erano entrambe necessarie alla creazione di opere d’arte complesse e palpitanti: la componente dionisiaca e oscura, e quella apollinea e luminosa.
Ma per quanto ami il suo mondo-isola in cui tutte le sue immaginazioni possono prendere forma secondo i suoi voleri, e per quanto, forse, egli non sia mai stato così felice come in quello spazio magico, Prospero sceglie di tornare nel mondo «reale»; un mondo meno perfetto, meno esaltante, meno armonioso ma vero, unico ambiente per sentimenti reali e umani. Prospero, quindi, abbandona il suo regno di ombre e creature fatate così come Shakespeare abbandona, possiamo immaginare con quale pena, il luogo su cui i suoi personaggi hanno trovato corpo e voce e sono stati resi vivi e reali dall’applauso del pubblico.