LABORATORIO SHAKESPEARE
La Tempesta - Sentiero esplorativo 2: L'isola del dottor Prospero
La Tempesta può essere confrontata senza difficoltà con i romanzi e i racconti della
tradizione fantastica. La storia shakespeariana, infatti, si svolge in un luogo misterioso;
un luogo che appare reale ma che è fuori dalle rotte conosciute e che sembra poter
essere raggiunto solo per caso. Sul suolo di quest’isola ogni cosa appare possibile. Uno
degli elementi di maggior fascino di questo testo è proprio la sua atmosfera sospesa ed
onirica. La fisicità dell’ambiente descritto contrasta con il continuo gioco di suoni, canti,
apparizioni, suggestioni, rispettando così la regola della compresenza di realistico e fantastico che è l’ingrediente fondamentale di ogni racconto del mistero.
L’isola de La Tempesta, in quanto luogo irraggiungibile e segreto, si presta, come molte
altre isole letterarie, a diventare il laboratorio ideale della sperimentazione ardita di un mago scienziato che compie su questa terra libera - e già di per sé fuori dalle leggi
ordinarie - esperimenti e studi che non sarebbero concessi dalla società «civile».
Grazie al suo libro magico, Prospero può creare e distruggere, sull’isola, a suo piacimento, modificando gli eventi e modellando la realtà sensibile. Egli sembra incarnare e realizzare il sogno di tutti i maghi, alchimisti e protoscienziati del Rinascimento: piegare le leggi della natura all’applicazione dell’intelligenza dell’uomo.
Prospero, però, come Faust, trovandosi di nuovo a contatto con la società degli uomini scopre la vanità di un regno che non può condividere con alcuno, e abbandona l’isola. Ma l’isola preesiste a Prospero come luogo incantato, e lo spodestato duca di Milano non è il primo mago che abbia trovato rifugio nei suoi paesaggi inospitali. Prima del naufragio di Prospero e Miranda l’isola era il regno di una potente strega, Sicorace, la madre del mostro Caliban. Quindi, anche se il vecchio mago abbandonando l’isola si premura di immergere il suo libro magico nell’acqua affinché venga distrutto, lo spettatore più
fantasioso può immaginare che l’isola viva di vita propria e decida di salvare il libro per il prossimo mago che una tempesta porterà «casualmente» proprio sulle sue sponde.