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Missione

Il gruppo di ricercatori dell'Istituto MetaCultura inizia l'attività di ricerca e sperimentazione didattica negli anni '70, collaborando con Associazioni culturali già esistenti, quali Il “Centro di Ricerca e Sperimentazione Musica in Sabina” diretto da Boris Porena, con istituzioni culturali quali l'allora "Ufficio Promozione e Decentramento" del Il Teatro La Fenice (poi "Area Formazione Ricerca e progetti speciali"), e con Enti locali quali Il Comune di Modena, il Comune di Roma e la Regione Lazio.
Nel 1981 viene costituito ufficialmente in forma di «Associazione Culturale Non Profit», raccogliendo studiosi, autori e insegnanti intorno a un articolato progetto, insieme artistico, scientifico e didattico.

I suoi membri (studiosi di scienze cognitive, antropologiche, narratologiche, autori e insegnanti di composizione, narrazione audiovisiva, pubblicitaria e multimediale, scrittura e messa in scena, esperti di editoria digitale, di tecnolgie ipermediali e organizzazone reticolare delle informazioni) già conducevano individualmente ricerche metodologiche e attività didattiche, concernenti la narrazione e la composizione, in chiave intermediale, interdisciplinare e multimediale, sperimentando ogni forma di integrazione espressiva, e ricercando invarianti nella logica stessa del narrare e del comporre.

Il nome stesso Istituto “MetaCultura” nasce dalla ricerca di quelle «invarianti» che possono essere riconosciute «al di sotto delle variazioni culturali e delle varianti autoriali» come «costanti logiche e metodologiche» del funzionamento della mente umana; quelle regole generali che governano la progettazione di ogni singolo prodotto particolare e che talvolta vengono definite dagli stessi autori come principi scientifici, da loro stessi adottati implicitamente o esplicitamente nell'attività progettuale e analitica. Si tratta di quei «modi», di comporre e di narrare, che per secoli gli autori, in veste di maestri, trasferivano ai loro allievi-eredi, e che ancora a distanza di tempo permettono ai loro prodotti di durare, di non invecchiare ma anzi di continuare a tramandare - anche senza gli autori che li hanno creati - le idee universali in essi racchiuse, e la lezione metodologica che li ha resi dei «classici» immortali.

Le finalità che l'Istituto persegue, e i tipi di attività che intraprende con i propri partner e con il contributo di Enti e utenti sostenitori, sono di carattere non profit e hanno sempre come destinatario il mondo educational. I nostri intenti, oltre ad essere stati presentati, più volte e con il supporto di esperienze esemplari, in occasione di seminari, convegni e pubblicazioni, sono impliciti in ogni nostra iniziativa, in ogni corso, mostra, spettacolo o sistema formativo e didattico da noi realizzati.

L'Istituto Metacultura, in quanto Ente non-profit, investe in ricerca metodologica e tecnologica, e di conseguenza in risorse e strumenti per la ricerca; crea, cura e valorizza giacimenti artistici digitali anche implementando fondi autoriali preesistenti; ricerca, raccoglie e digitalizza risorse artistiche e scientifiche per esplorare ed esplicitare correlazioni implicite tra di esse; forma autori e iperautori; progetta e sviluppa nuovi strumenti di studio basati sull'apprendimento di principi narrativi e compositivi condivisi tra testi, creando reti, navigabili online, di correlazioni intra e inter testuali; cura innovativi servizi per il mondo educational attraverso la diffusione di sistemi e-learning per la formazione e la didattica online; forma insegnanti e insegna a studenti; realizza iniziative promozionali per diffondere l’attività e ricercare nuovi collaboratori, partner e sostenitori.

L'Istituto MetaCultura si occupa principalmente di valorizzare archivi di grandi autori classici per trarne strumenti di studio delle competenze insiste in essi, per trasformarli cioè in «sistemi di studio interattivi e reticolari» che permettono agli utenti di apprendere le medesime regole e soluzioni con cui gli autori hanno creato i loro capolavori, identificandole in essi e utilizzandole come criteri di navigazione tra i testi. Attraverso questi sistemi, esplorando le innumerevoli correlazioni che un testo classico stabilisce al suo interno e all'esterno, gli utenti possono scoprire nuovi testi, distanti nel tempo e per forme espressive, che tuttavia condividono con esso almeno alcune regole e soluzioni; al contempo possono acquisire regole e soluzioni di validità generale per studiare, confrontare, valutare i testi via via incontrati. 

In questa prospettiva l'IMC ha ideato innovativi i «sistemi e-learning reticolari», proprio per agevolare l'apprendimento di quei principi universali di narrazione e composizione condivisi dai capolavori immortali di ogni tempo e luogo e in ogni forma espressiva; e rivolge tali sistemi al mondo educational per formare i narratori, gli studiosi e i docenti del futuro.

Da oltre trenta anni l'Istituto conduce corsi di formazione autoriale, e da almeno venti ha iniziato a dare ad essi la forma di «sistemi e-learning reticolari», per fare in modo che, anche a distanza, gli utenti possano studiare «come» Truffaut o Welles o Hitchcock o Lubitsch, ma anche Shakespeare o Barrie, Verdi o Puccini, siano riusciti a creare capolavori immortali in grado di superare ogni confine di spazio e di tempo. 

L'Istituto lavora su progetti di autori classici per formare nuovi classici, perché ritiene che solo nei progetti di un autore capace di parlare, attraverso di essi, a generazioni di ogni tempo e luogo, ci siano gli insegnamenti metodologici necessari per preparare gli umanisti del futuro. A questo scopo assume gli autori di capolavori immortali della narrazione come «maestri virtuali» per condurre «corsi e-learning» in cui ciò che si studia è quel qualcosa in più che distingue il semplice raccontare una storia dal «come la racconterebbe …» Hitchcock o Lubitsch, o Shakespeare o Barrie, Verdi o Puccini etc. 

L'Istituto è stato uno dei primi Enti nel mondo a sperimentare nuovi modelli di sistemi di apprendimento reticolari, ipertestuali, multimediali, lavorando con gli utenti di Teatri italiani, quali La Fenice e l'ERT, e insegnando in Università e Scuole d'arte. Ora, con il nuovo Sito, intende creare la prima «Scuola di Arti Narrative» online, per insegnare anzitutto quelle straordinarie capacità narrative «poli-espressive» che hanno sviluppato i grandi autori del teatro musicale; musicisti e librettisti in grado di creare capolavori dai quali si può apprendere, oggi, come fare la vera «multimedialità»: quella, cioè, presente in racconti ove le informazioni sono distribuite su più piani espressivi perfettamente «complementari» tra loro, per la quale a ciascun piano espressivo (alla musica, alle immagini, al testo letterario) sono affidate le informazioni - inespresse, espresse, comunicate - più adatte per essere veicolate da esso.

Per questo motivo l'Istituto ha lavorato a lungo sui progetti wagneriani di «opera totale», sulle «disposizioni sceniche» verdiane, sui progetti disneyani concepiti come uniche «partiture di musica e immagini», sui progetti sviluppati insieme da Puccini e dai suoi librettisti, sui musical cinematografici di Lubitsch, e su altre collaborazioni a più mani, ad esempio tra scrittori e pittori (James Barrie e Arthur Rackham, Lewis Carroll e John Tenniel ...). 

Ogni «sistema reticolare e-learning» elaborato dall'Istituto costituisce un modello di specializzazione e perfezionamento completo per autori, studiosi e docenti di narrazione, che consente di offrire - in rapporto a un capolavoro universale della narrazione (come Romeo e Giulietta, o Tosca, o Il flauto Magico ..) lezioni di narrazione, di messa in scena, di composizione musicale, letteraria, visiva, considerandolo di volta in volta in rapporto alle sue più grandi messe in scena, alle novelle varianti della medesima fabula, alle illustrazioni e ai quadri dei grandi pittori, alle partiture musicali e alle riscritture implicite in ogni forma espressiva che esso stesso ha ispirato. 

Dal momento che l'Istituto assume come oggetto di studio e come risorse primarie i capolavori dei grandi autori classici (del teatro di prosa, del teatro musicale, della narrazione per l'infanzia, della letteratura, della pittura, del cinema), ha dovuto anche creare o contribuire a creare archivi di risorse autoriali digitali multimediali (archivi di illustratori, narratori per l'infanzia, cineasti etc). Essi sono infatti i presupposti indispensabili per poter creare i «Sistemi di Studio Reticolari E-Learning». Ad esempio ha creato fondi digitali dedicati a Truffaut, Lubitsch, Welles, ma anche a Shakespeare, Carroll, Barrie, Rackham etc.
Grazie a questa attività collaterale e complementare gli è stata offerta la possibilità di lavorare anche sugli archivi rosselliniani, affidatigli dalla prima moglie di Roberto Rossellini, e successivamente implementati con ricerche in tutto il mondo; con questi archivi ha potuto avviare lo sviluppo del più grande progetto incompiuto rosselliniano, nonché del più avanzato progetto di sistema di apprendimento degli insegnamenti dei grandi autori e studiosi della tradizione umanistica immaginato dall'ultimo degli umanisti. Un progetto che raccoglie il testamento spirituale di Leonardo Da Vinci lasciato implicito nei suoi "Codici", permettendo di cogliere le relazioni tra i laboratori di ricerca dei grandi umanisti di ogni tempo e luogo, da Socrate a Leonardo, da Alberti a Laborit.

Per svolgere questa complessa attività, insieme di ricerca, progettazione e didattica, l'Istituto forma i propri collaboratori, fornendo loro una specializzazione - altrimenti non ottenibile - oltre la formazione umanistica di base richiesta e presupposta per poter collaborare alla realizzazione dei nostri progetti. Per questo motivo numerosi collaboratori, nel corso degli anni, si sono affiancati al gruppo dei soci fondatori, anche assumendo ruoli autoriali e progettuali.